Luoghi di culto

Va’ dove ti porta lo spirito!

Fra storia e tradizione alla ricerca dei luoghi di culto, di devozione e di pellegrinaggio, toccando tutte le frazioni, in un ideale viaggio di fede.

E’ pensabile che tutto abbia avuto inizio nel 1169, dopo che le armate del Barbarossa avevano messo a ferro e fuoco l’Isola Comacina e alcuni monaci cistercensi si rifugiarono a Plesio dove edificarono una badia i cui ruderi, oggi, sono chiamati ancora “il convento”. Secondo la tradizione orale parecchi altri ne seguirono: uno a Breglia e a Calveseglio, un altro a Ligomena, due a Barna (uno per le monache e un secondo per i frati). Probabilmente furono gli stessi monaci ad avviare la costruzione la costruzione, lungo le strade di collegamento, di edicole sacre, cappelle votive e chiesette che, in gran numero, sono ancora visibili sul nostro territorio. Quando più tardi i borghi si ingrandirono, vennero edificate le chiese: S. Fedele a Plesio, S. Gregorio Magno a Breglia e S. Maria Maddalena a Barna.

Sorge fuori dal paese, in uno spazio isolato. L’interno è ad una sola navata scandita in tre campate, con due cappelle laterali ornate da altari in marmo, stucchi, statue e p

regevoli dipinti. Eretta parrocchiale nel 1582, venne in parte riedificata fra il 1808 e il 1836. Il campanile reca la data del 1716; il presbiterio, con ottocentesco altare in marmo è adornato di dipinti murali con le Storie di San Fedele, firmati da D. Beghé e C. Andreani datati 1909.

Il catino absidale, la volta della navata e le due prime campate di destra e di sinistra sono anch’esse decorate con dipinti murale del nostro secolo, firmati da Edoardo Fumagalli e datati 1932 e 1938. Sulla parte di fondo del presbiterio è collocata una tela dei primi decenni del Seicento con S. Michele Arcangelo a cavallo che sconfigge il demonio.

Risale al XVI secolo l’erezione della chiesa parrocchiale di S. Gregorio Magno a Breglia e, dopo che questa andò completamente distrutta da una colossale frana provocata da un dissesto idro-geologico, venne ricostruita poco distante nel 1873. Nell’attuale costruzione si ammirano alcuni oggetti provenienti dall’edificio precedente che, a giudicare dalle descrizioni delle Visite pastorali, doveva essere riccamente adornato di stucchi policromi. Nel presbiterio è collocata l’a ntica pala d’altare tardocinquecentesca, un tempo inserita in una ricca cornice in stucco, raffigurante i SS. Gregorio Magno, Domenico e Francesco. Decorano le pareti laterali del presbiterio due tele settecentesche: a sinistra S. Antonio Abate e a destra S. Rocco, il cui formato farebbe pensare ad ante d’organo o a un polittico.

Eretta a parrocchiale nel 1636, quando si staccò da S. Fedele, presenta l’interno ad una sola navata, con tre cappelle laterali e la nicchia del fonte battesimale che attualmente contiene un bel Crocifisso ligneo del Seicento. La chiesa è scandita in tre campate di cui la prima ospita, nelle lunette sotto la volta, due tele secentesche raffiguranti i Profeti. La cappella sinistra, dedicata alla Vergine del Carmelo, di cui ospita la statua, è completamente ornata da stucchi e affreschi raffiguranti Santi carmelitani. Nella cappella destra è ospitato il bel dipinto seicentesco con la Pentecoste. Di grande bellezza la pala dell’altare maggiore, datata 1604, racchiusa in una ricca cornice in legno intagliato e dorato, che raffigura la Deposizione di Cristo con i SS. Giovanni Evangelista, Carlo, Rocco, Antonio Abate e Maddalena.

È il bianco Santuario della Madonna di Breglia sulla sommità del Monte Gordola, che polarizza l’i nteresse spirituale dei credenti. Al suo interno è custodita una madonna scolpita nel marmo che da oltre due secoli è oggetto di venerazione. Portata da Genova nel 1740 da un Tatti di Breglia, venne custodita in un modesto oratorio fino al 1777, quando venne avviata la costruzione dell’attuale edificio. Nell’ultimo tratto di strada acciottolata che porta al Santuario si ha modo di soffermarsi ad osservare le 14 “stazioni”, costruite sul suo lato sinistro, racchiudenti ciascuna un dipinto su rame raffigurante “I Misteri del Rosario”.

Sono in molti a ricordare, a distanza di oltre un anno, la festa che ha siglato la fine dei lavori, durati due lunghi anni, e la conseguente riapertura di questo edificio sacro. Lavori finanziati in gran parte da un contributo governativo, sollecitato dall’allora senatore Celestino Pedrazzini che, tramite il Comune di Plesio, è stato dallo stesso destinato a favore del “Comitato Amici del Santuario Madonna di Breglia” che ha gestito l’importante intervento.

In questo ideale itinerario alla ricerca dei luoghi della fede, non possiamo tralasciare gli oratori che dipendono da S. Fedele di Plesio:

S. Amate

Eretto a 1600 m sul crinale del Monte Bregagno, lungo un antico percorso.

S. Bernardo

Dedicato inizialmente a S. Barnaba, venne eretto nella frazione Ligomena grazie ad un’oblazione dei “frazionisti” locali.

S. Rocco

Sorge ai confini fra la parrocchia di Plesio e quella di Barna. Venne eretto, secondo la tradizione, in occasione della pestilenza del 1648-49 che funestò la nostra valle.

S. Sebastiano

Situato ai margini della frazione di Logo, si ritiene essere il più antico degli oratori della parrocchia.