Cari concittadine e concittadini
Il quattro novembre commemora l’Unità Nazionale ed è giornata delle forze armate, ma nei nostri comuni è giorno, che fa memoria di persone che hanno vissuto momenti tragici della nostra storia, il cui volto ormai nessuno più ricorda, ma il cui sacrificio non va dimenticato.
Le stesse persone con il loro esempio ci hanno lasciato valori, che non sentono l’usura del tempo, quali il credere in un ideale, nel dovere civico, nell’uguaglianza e nella solidarietà. Il coraggio di sacrificare la loro vita, sperando in un futuro migliore, per chi sarebbe venuto dopo di loro, ci impone di ricordarli.
I nostri predecessori hanno vissuto la tragedia della guerra, noi la sentiamo solo attraverso le notizie di situazioni simili in altri paesi, ma ciò è cosa ben diversa dal viverla.
L’apatia e la frenesia sono due facce della nostra epoca, tutto sommato di benessere economico. La prima ci rende indifferenti ed immobili, l’altra ci trascina in un veloce ingranaggio, talvolta di fatue priorità, riducendo lo spazio per la necessaria riflessione sul mondo che ci circonda e sulle direzioni da prendere.
Così è facile chiudersi nel proprio egoismo, pensare per sé, lasciare che la diseguaglianza sociale premi spesso i furbi, i falsi, gli arroganti, purché il tutto non ci tocchi.
Così, anche nei nostri piccoli contesti, è difficile operare per il bene comune, risolvere problemi e raggiungere obiettivi, che stanno al di sopra degli interessi personali, ma che gettano solide basi per il futuro, quello dei nostri nipoti.
Facendo tesoro dei valori per i quali sono morti i nostri caduti, per dare a noi una società migliore, dobbiamo impegnarci per il miglioramento economico e sociale dei nostri territori, riuscendo a dare il giusto valore all’interesse pubblico ed all’interesse privato, accettando di affrontare i possibili conflitti, che ciò può comportare e contribuendo così a costruire un mondo più giusto e più umano.
